La geografia è antica quanto l’uomo e secondo la sua etimologia si occupa di descrivere la Terra e lo fa attraverso vari linguaggi.
Fin dalle epoche più remote l’uomo ha cercato di rappresentare visivamente il territorio creando le prime mappe in rapporto alle sue necessità di cacciatore, agricoltore, costruttore, guerriero, viaggiatore ed ancora oggi è qui il senso e l’utilità di una disciplina che fa riferimento a una quantità enorme di informazioni.
La maggior parte dei dati direttamente o indirettamente sono riferibili ad un costesto spaziale, geografico, ad una posizione sulla superficie terrestre.
Per millenni l’uomo ha disegnato carte geografiche, prima in modo approssimativo, poi con il progredire delle conoscenze sulla geometria (anche qui l’etimologia è significativa) ha rappresentato il suo mondo, mano a mano che lo scopriva, in modo sempre più preciso.
La conoscenza geografica ha sempre avvantaggiato chi la possedeva, per le attività commerciali, militari, amministrative ed è stato uno strumento di potere, a volte anche tenuto segreto.
In Italia l’Istituto Geografico Militare (IGM) è stato a lungo il principale detentore istituzionale dell’informazione geografica nazionale (c’è da riconoscere che l’ha fatto piuttosto bene) e sulle carte in corrispondenza delle basi militari c’erano delle omissioni, dei vuoti di informazione.
Prima dell’impiego delle foto aeree (possibilità relativamente recente) il rilievo geografico è stato eseguito con gli strumenti della geometria e della topografia.
Negli ultimi decenni c’è stata una rivoluzione tecnologica che ha messo in campo nuovi strumenti che cambiano profondamente il lavoro di chi ha a che fare con il territorio, con delle possibilità fino a poco tempo fa impensabili.
Le tecnologie che hanno rivoluzionato l’acquisizione e la gestione delle informazioni geografiche sono sostanzialmente tre:
- il GPS (Global Positioning Systems): un sistema di comunicazioni tra stazioni a terra e una rete di satelliti che consente la localizzazione di un punto sulla superficie terrestre con un livello di precisione crescente in funzione della strumentazione in uso.
Le applicazioni sono innumerevoli e la tecnologia ormai è di uso comune. Le stazioni GPS più sofisticate consentono ormai una precisione topografica superiore a quella degli strumenti ottico-elettronici, unita ad una migliore facilità d’uso; - il Telerilevamento (o Remote Sensing): un insieme di tecniche per acquisire immagini o altri tipi di dati attraverso rilevazioni fatte a distanza da aerei e satelliti, con lo sviluppo di elaborazione ed analisi dei dati. Chi studia la natura nelle sue varie forme oggi ha una massa di informazioni (in archivio e in tempo reale) ed una quantità di dati interpretabili anche in modo dinamico;
- il GIS (Geographic Information Systems): una tecnologia informatica che consente di gestire i dati rilevati dalle altre due e molte altre informazioni in modo sistematico, consentendo visualizzazioni, elaborazioni ed analisi che aggiungono ulteriore conoscenza e che facilitano le decisioni in termini progettuali e gestionali.
Da ora in poi parleremo di questa ultima tecnologia di informazione spaziale, il GIS, perché è quella che dà maggiori possibilità in termini applicativi, risultando utilissima, in qualche caso indispensabile, a molte categorie professionali, a tutti coloro cioè che hanno a che fare con il territorio, per conoscerlo, conservarlo, amministrarlo, pianificarlo, gestirlo, progettarlo.
Tra chi legge queste righe sono pochi quelli che possono chiamarsi fuori ed indipendentemente dal lavoro svolto l’argomento è comunque di grande fascino.
Se poi aggiungiamo il fatto che esistono in campo GIS ottimi software liberi, open source e gratuiti, come QGIS e tutto ciò che ci gira intorno, sarebbe sciocco per qualsiasi operatore non cogliere questa opportunità.
Prima di parlare di QGIS però cerchiamo di capire meglio cos’è il GIS e come è nato.
I primi software GIS nascono nella seconda metà degli anni 80 dall’integrazione di altri programmi informatici appartenenti a quattro categorie:
- Sistemi di gestione di banche dati (DBMS: Database Management Systems). Generalmente un database non contiene informazione spaziale esplicita (in termini di localizzazione con posizionamento e descrizione di caratteristiche geometriche) ma si limita a gestire dati alfanumerici. Esempi: MS Access, Oracle, MySQL, …
- Sistemi di trattamento di informazioni grafiche vettoriali (CAD: Computer Aided Design). I CAD non usano sistemi di riferimento geografici ma un sistema di riferimento locale e hanno una limitata capacità di gestione di dati non grafici. L’esempio più famoso è AutoCAD.
- Sistemi di elaborazione di mappe raster (image processing). Possono essere distinti in due gruppi: quelli che sono semplici strumenti di manipolazione di immagini come Photoshop, Gimp, Photopaint, … e quelli che lo fanno assegnando alle immagini un sistema di riferimento geografico, elaborando così delle vere e proprie mappe raster, come Erdas Imagine, Envi, ErMapper, …
- Sistemi di analisi statistica di dati alfanumerici (statistical software). Contengono la stessa tipologia di dati dei DBMS ma sono più orientati al calcolo e all’analisi previsionale. Esempi: SPSS, StatSoft, MATLAB, …
La potenza del GIS sta proprio nel mettere insieme le caratteristiche di questi programmi e nel gestire in modo sempre più integrato varie tipologie di dati, come nessun altro software riesce a fare.
L’evoluzione di questo tipo di software è avvenuta così per integrazione di moduli successivi e di estensioni.
La piattaforma GIS commerciale più nota è ArcGIS (ex ArcView) della ESRI, ancora software house leader in questo settore, ma è anche molto diffuso AutoCAD Map di Autodesk ed altri che non sto ad elencare.
Il software libero ed open source in ambito GIS negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione incredibile e sono cresciuti una serie di programmi specifici e l’interoperabilità tra di loro.
QGIS è un software straordinario perché oltre alle qualità dovute al proprio sviluppo ha saputo mettersi al centro di questo articolato ecosistema, diventandone l’interfaccia naturale.
QGIS è nato nel 2002 come semplice visualizzatore ed in poco più di un decennio è diventato la piattaforma di base del GIS open source, con funzionalità che non hanno più niente da invidiare ad ArcGIS.
Ciò è avvenuto grazie al lavoro di una community internazionale di sviluppatori, sostenitori e utenti in cui la comunità italiana ha avuto un ruolo non marginale.
Con il rilascio di QGIS 2.0 (a cui sono seguiti in breve tempo nuove versioni) ed ora quello di QGIS 3.0 il progetto ha raggiunto la sua piena maturità. Non rimane che provarlo. Se vuoi imparare a gestire i dati GIS attraverso questo software contattaci per seguire uno dei nostri corsi.
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Dall’articolo di Openoikos